Alberto Sordi (s.d.)
246 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Consistenza archivistica: faldoni 266
Il fondo, nella sua struttura assai eterogenea, è il frutto della raccolta sistematica della documentazione prodotta nel corso della propria vita da Alberto Sordi.
Il fondo è stato dichiarato nel 2015 di rilevante interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio. Di proprietà della Fondazione Museo Alberto Sordi istituita nel 2011 da Aurelia Sordi, il fondo si compone di circa 18.000 unità documentali conservate in 266 faldoni, che concernono sia la sfera privata che l’ambito strettamente professionale dell’attore. La schedatura che se ne è effettuata consente al momento di individuare le seguenti partizioni, in cui viene ad articolarsi la documentazione:
• Corrispondenza (1950−2008) che include molte lettere di registi, attori, produttori, come Dino de Laurentis, ma anche lettere di ammiratori, richieste di aiuto, auguri di compleanno, inviti;
• Attività radiotelevisiva e teatrale comprendente scritture, contratti, sceneggiature, copioni radiofonici e teatrali e che documenta l’intensa attività svolta dall’attore soprattutto in RAI;
• Attività cinematografica, in cui è raggruppata la documentazione relativa ai film interpretati o diretti da Sordi e che include soggetti cinematografici, sceneggiature, piani di lavorazione e distribuzione delle pellicole, a cui si aggiunge un’ampia rassegna stampa costituita da recensioni, interviste, annunci dei film in uscita;
• Eventi e riconoscimenti che documentano la partecipazione di Sordi a festival, manifestazioni pubbliche, rassegne cinematografiche nonché il conferimento di premi e onorificenze;
• Attività amministrativa e contabile che include anche diritti cinematografici, spese, ricavi, incassi, cartelle esattoriali, documentazione della Società Aurelia Cinematografica, planimetrie di Villa Sordi, lavori di manutenzione.
A questo nucleo documentario si aggiunge un ricco materiale fotografico composto da 122 album contenenti soprattutto foto di scena e di set cinematografici nonché numerose foto sciolte per un numero complessivo di ca. 3.400 concernenti manifestazioni, viaggi, vita privata e familiare. È altresì presente materiale grafico (ca. 920 manifesti, locandine, disegni), oggetti (ca. 70 targhe, onorificenze, premi), materiale audiovisivo (ca. 430 dischi, nastri, video) e infine materiale bibliografico (ca 500 volumi): si tratta della biblioteca personale dell’attore, che include anche riviste di interesse soprattutto teatrale e cinematografico nelle quali è documentato un ampio periodo storico, dal 1901 al 1990.
L’archivio di persona rappresenta una tipologia archivistica particolare e complessa. A differenza dell’archivio di un ente, non è soggetto alle regole precostituite di classificazione dei documenti prodotti o ricevuti, non vi è quindi alcun titolario o protocollo di classificazione cui il soggetto produttore può fare riferimento per l’organizzazione dei suoi documenti. L’archivio di persona dunque, oltre a riflettere gli interessi, le relazioni personali e professionali del soggetto produttore, mette in evidenza le modalità con cui questi ha inteso organizzare la propria documentazione. Nel caso specifico, Alberto Sordi ha attentamente conservato i materiali da lui prodotti, delegando, con ogni probabilità, le sue segretarie e collaboratrici a conferire loro un’organizzazione che li rendesse all’occorrenza facilmente reperibili. La struttura che ne è risultata presenta alcune peculiarità che fanno di questo archivio un caso del tutto specifico.
Per circa due terzi della documentazione è possibile individuare alcuni macro−raggruppamenti (quali Corrispondenza, Attività radiotelevisiva e teatrale, Attività cinematografica, ecc.), ai quali si possono ricondurre i diversi faldoni, ognuno corredato da un titolo specifico e contenenti al loro interno cartelline che conservano le singole unità documentarie. La restante documentazione è collocata invece in faldoni denominati in modo generico, per lo più con la dicitura “Varie”, costituiti da unità documentarie afferenti a temi estremamente eterogenei che ne impediscono la collocazione all’interno dei raggruppamenti sopra descritti. Nonostante questa impostazione in parte contraria alla classica organizzazione di un archivio, caratterizzato da una struttura piramidale su più livelli gerarchici che dal generale passa al particolare, si è comunque deciso di mantenere l’impostazione originaria. Una scelta diversa avrebbe comportato lo smembramento dei faldoni e la perdita irreversibile di quella modalità con cui si è stratificato nel tempo il materiale documentario prodotto dall’artista. Si è quindi cercato sia di assicurare la conservazione dell’ordine originario dell’archivio, preservandone l’integrità storica, sia di predisporlo per la sua accessibilità. Si è quindi pensato di effettuare una descrizione analitica delle unità documentarie che costituiscono i faldoni in modo da individuare per ciascuna di esse una o più parole−chiave che ne possano consentire il reperimento in sede di ricerca.
Storia archivistica:
Il fondo era in origine conservato nei due luoghi romani in cui Sordi principalmente visse e dove si realizzarono le sue molteplici attività e si intrecciarono le sue relazioni: presso lo studio in via Emilia, e nella sua abitazione privata, la villa in via Druso.
Se la documentazione nello studio di via Emilia può generalmente ricondursi agli aspetti amministrativi e contabili connessi alla sua professione, in particolare in veste di produttore cinematografico, nella villa le carte, la biblioteca, la raccolta di fotografie e di grafica assumono una dimensione più intima e personale.
Nel 2014 16 la documentazione presente a Villa Sordi è stata trasferita provvisoriamente presso la Cineteca Nazionale di Roma dove è stata oggetto di una prima schedatura sommaria. Nel 2021 il materiale cartaceo è stato riportato a villa Sordi e unito a quello proveniente dallo studio di via Emilia
Un caso a parte è rappresentato dalle 3.194 pellicole, di cui è stato interprete, produttore e regista. Collocate originariamente nella villa, in una struttura in cellari, dove erano collocate in modo più o meno ordinato e in condizioni conservative spesso non appropriate, tali pellicole sono state attualmente depositate presso la Cineteca di Bologna.
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Lingua della documentazione:
- ita
Soggetti titolari:
- Fondazione Museo Alberto Sordi
Collegamenti:
Condizione di accesso:
accessibile previa autorizzazione
Note alla condizione di accesso:
Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
Condizione di riproduzione:
consentita per uso studio
Note alla condizione di riproduzione:
Non è consentita la riproduzione del materiale fotografico
Stato di conservazione:
discreto
Link risorsa: http://archivio.fondazionemuseoalbertosordi.org/fonds/155